Il gelo alle porte dell’Italia ma almeno fino a metà mese li resterà
Dei motivi per i quali abbiamo avuto un dicembre ed un gennaio così instabile e relativamente freddi, almeno a tratti, ne abbiamo più volte parlato nei nostri articoli, il principale responsabile è un Vortice Polare fortemente indebolito da una serie di riscaldamenti partiti dalla troposfera e giunti fino in stratosfera. Gli effetti destabilizzanti sull’intera colonna del Vortice Polare sono evidenti, nuclei di vorticità che dalle alte latitudini scendono fino alle medie latitudini grazie a significative ondulazioni della corrente a getto. Tutti questi impulsi di aria calda che vanno a colpire il cuore del Vortice Polare partono quasi esclusivamente dall’area russo siberiana. Irrobustitosi fin da novembre, sulla Siberia centro orientale staziona infatti un anticiclone che ad inizio gennaio ha raggiunto valori record di pressione, addirittura 1094 mb, contemporaneamente, con neve e ghiaccio al suolo, le temperature sono scese fin su valori inferiori ai -50°C e fino a -40°C alle quote medie, tra i 1500 ed i 1700 metri. Ciò potrebbe apparire come un paradosso, aria calda che arriva da una zona così fredda. La spiegazione, semplificando, è abbastanza intuitiva. Le masse d’aria seguono generalmente la circolazione atmosferica dettata dalla rotazione terrestre, sul nostro emisfero, quindi, le correnti provengono prevalentemente da occidente. Sui settori euro atlantici mediterranei quindi, arriva aria sostanzialmente mite ed umida che, proseguendo verso est, ad un certo punto, sorvolando la Russia, incontra questa massa gelida e pesante che costituisce l’anticiclone siberiano. Queste correnti più miti non riescono a scalzare l’aria fredda al suolo e sono quindi costrette a salire verso l’alto, praticamente un “effetto trampolino”.
Questi impulsi si sono susseguiti a ritmi incalzanti fino ad oggi e non permettono alla colonna del Vortice Polare di riprendersi, addirittura più volte è arrivata vicina alla divisione (split) in due parti, oltre ad essere completamente decentrata dalla naturale verticale polare. Ogni volta che il Vortice Polare tenta di riprendere vigore riceve in risposta colpi che, nel caso attuale se non in completo split lungo la colonna, lo dividerà in due parti abbastanza ben distinguibili nei prossimi giorni, la parte più consistente sarà sopra la Siberia ed una un po’ più piccola sopra il Nord America. Immaginate ora due vortici depressionari a se stanti, in rotazione indipendente, uno sul Nord America ed uno più grande ed allungato lungo i paralleli sopra la Siberia. La Rotazione è antioraria, ciò significa che il primo pompa aria fredda polare dal Canada artico fin sul Midwest americano ed aria calda subtropicali sull’oceano Nord Atlantico, il secondo invece permette all’aria gelida presente sopra la Siberia centro orientale di muoversi lentamente verso occidente, l’aria fredda siberiana in questione è pensante e quindi lenta nei movimento, dovendo anche valicare la catena degli Urali perpendicolare al suo movimento.
Quest’aria gelida siberiana nelle prossime ore e nei prossimi giorni punterà il continente europeo, raggiungerà la Russia europea e poi scivolerà sulla Scandinavia, sulla Bielorussia per poi avanzare lentamente verso sud, su Ucraina, Polonia e Germania, quindi fino alle porte dell’Italia. Da qui in avanti però, mancherà un elemento fondamentale per deviare verso sud ed accelerare l’arrivo sull’Italia, l’anticiclone atlantico, che non si disporrà in posizione di blocco impedendo alle perturbazioni atlantiche di raggiungere il Mediterraneo e l’Europa mediterranea in genere.
Ciò è dovuto ad una serie di fattori, o meglio di variabili piuttosto determinanti che si originano in posti del globo anche molto lontani dall’Italia. In primis da ciò che accade sull’oceano Pacifico e ad alcuni fenomeni come il trasporto di calore relativo alla MJO (Madden Julian Oscillation), in aree dove attualmente siamo a fine estate. Senza poi contare quindi un uscita troppo spinta della corrente getto nord atlantica dal Canada/Nord America. Senza entrare troppo in tecnicismi osserveremo come durante il prossimo fine settimana un primo vortice depressionario arriverà sull’Italia, attraverso la Francia, preannunciato da un’onda di calore prefrontale con scirocco che nella giornata di sabato 6 gennaio innalzerà le temperature anche sopra i 20°C al centro sud respingendo il freddo anche nei paesi a nord delle Alpi.
Solo l’Inghilterra sarà interessata in parte dall’aria fredda siberiana che sfrutterà il fianco sud orientale di un anticiclone centrato nei pressi dell’Islanda. Naturalmente appena, tra domenica 7 e lunedì 8 gennaio, il centro depressionario nord atlantico transiterà sopra l’Italia e le correnti meridionali verranno sostituite da correnti occidentali, l’aria fredda recupererà un po’ di territorio verso sud ed anche sulla nostra penisola le temperature scenderanno sensibilmente tornando su valori prossimi alle medie del periodo.
Successivamente, tra martedì 9 e domenica 14 febbraio, quindi durante la prossima settimana, altri impulsi nord atlantici deboli o moderati raggiungeranno l’Italia portando ancora nubi, piogge intermittenti e temperature non certo fredde, in linea o poco superiori alle medie del periodo. E l’aria fredda siberiana cosa farà? Indietreggerà ulteriormente anche se non totalmente, sotto la spinta delle correnti nord atlantiche, resisterà però, probabilmente, un anticiclone colmo di aria fredda tra Scandinavia e Russia che più avanti, forse dopo metà febbraio, potrebbe rappresentare l’ultimo vero colpo in canna dell’inverno. Come? Qui andiamo oltre la tendenza ma vogliamo comunque descrivervi una possibile dinamica che potrebbe portare a segno quest’ultimo colpo. Semplificando esiste la concreta possibilità che il vortice Polare dopo il dislocamento siberiano che ha procrastinato il proprio indebolimento fino ad oggi, torni ad occupare una posizione più centrata sul Polo se non addirittura leggermente spostata verso il Canada.
Ciò comporterebbe una tardiva e quantomeno anomala intensificazione dello stesso Vortice Polare (di cose poco consuete ne abbiamo viste negli ultimi anni quindi non ci stupiremmo) tanto da produrre uno “strappo” nella corrente a getto euro atlantica, un’improvvisa espansione verso la Scandinavia dell’anticiclone delle Azzorre ed una deriva verso sud dell’aria fredda tra Scandinavia e Russia che prima scenderebbe sull’est Europa ma poi rientrerebbe verso l’Italia con l’attivazione di una circolazione depressionaria secondaria bassa, tra Mar Nero e Mediterraneo centrale. Staremo a vedere.
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