Vortice Polare indebolito, le masse d’aria fredda scendono dalle aree a ridosso del Polo Nord fino alle medie latitudini

Stagione invernale 2023/24 che parte sotto tutt’altre prospettive rispetto agli ultimi anni in cui a dominare la scena è sempre stato un Vortice Polare piuttosto vigoroso e poco disturbato dagl’impulsi di aria più calda che potevano destabilizzarne la struttura dalla stratosfera alla troposfera. Un Vortice Polare Robusto, come più volte spiegato, “gira a mille” e come una trottola ha una struttura abbastanza raccolta limitando quindi le oscillazioni, nel nostro caso quindi le ondulazioni che permettono i corposi scambi di masse d’aria tra le latitudini settentrionali e meridionali, ed ancor più la discesa di aria fredda da latitudini polari verso le medie latitudini.

Quest’anno il Vortice Polare già a novembre non dava l’impressione di essere pimpante come lo scorso anno, ma soprattutto faticava a mantenersi sopra il polo geografico sbilanciandosi verso i settori euro asiatici. Ciò ha prodotto le prime serie discese di aria fredda con nevicate e copertura nevosa sopra le medie sia sull’Asia che, a tratti, sull’Europa, ricordiamo la tempesta nevosa in Germania subito dopo la metà di dicembre. Questa copertura nevosa ha poi facilitato la formazione di anticicloni termici in Siberia aumentando ulteriormente gli accumuli di aria fredda che poi, di tanto in tanto, hanno debordato soprattutto in alcune aree dell’Asia orientali, in particolare sulla Cina.

Un tentativo si rafforzamento del Vortice Polare c’è stato tra fine novembre e la prima metà di dicembre con i risultati ben evidenti sull’Europa centro meridionale ed in particolare in Italia durante le Feste di Natale, con NAO+ (North Atlantic Oscillation positiva) e correnti costantemente occidentali e mediamente con curvatura anticiclonica che ci hanno regalato, soprattutto sulle regioni tirreniche centro settentrionali, Umbria compresa, una serie di giornate umide, miti, con nubi e qualche pioviggine o piovasco, foschie dense e qualche banco di nebbia.

Ora però la situazione è di nuovo cambiata, tra gli ultimissimi giorni del 2023 ed i primi del 2024, un intenso disturbo al Vortice Polare, grazie anche dal regime d’El Niño che favorisce il trasporto di masse d’aria calda fino ad altezze stratosferiche, sta ulteriormente indebolendo la colonna del Vortice Polare.

Un Minor Warming che non riuscirà a destrutturare totalmente il Vortice Polare portandolo ad uno split (divisione) ma lo farà oscillare notevolmente con ondulazioni che porteranno masse d’aria fredda da latitudini polari alle medie, tra l’altro con un setting circolatorio abbastanza favorevole a discese fredde sull’Europa.

Questa lunga premessa sulle ultime dinamiche atmosferiche a livello troposferico ci permette d’introdurre, con cognizione di causa, quanto accadrà nei prossimi giorni sull’Europa e sull’Italia con uno sguardo anche oltre.

Attualmente infatti, sui settori euro mediterranei dominano ancora le correnti occidentali, miti ed umide, provenienti dall’atlantico, che sull’Italia producono e trasportano nubi, molto poco consistenti sul sud Italia, un po’ di più salendo verso nord fino alle Alpi dove producono, di tanto in tanto, anche le precipitazioni più significative.



Nella primissime ore di domani venerdì 5 gennaio è attesa in Atlantico, a ridosso della penisola iberica, la prima significativa ondulazione della corrente a getto con la strutturazione, tra Islanda e coste del Marocco, di un promontorio anticiclonico che favorirà la discesa sull’Europa centro occidentale di un primo fronte freddo nord atlantico seguito da aria fredda artica nord atlantica. Tale fronte, già a metà giornata., appena raggiunto il bacino occidentale del mar Mediterraneo, avrà favorito l’approfondimento di un nuovo centro depressionario nei pressi delle isole Baleari.



Sull’Italia le correnti occidentali verranno sostituite da più umide ed instabili correnti sud occidentali con formazione di nubi più intense e precipitazioni in avanzamento da ovest, prima sul nord Italia con nevicate fino a quote collinari sulle Alpi occidentali, intorno ai 1000 metri su quelle orientali.

Sull’Umbria, domani venerdì 5 gennaio, molte nubi fin dal mattino con prime deboli piogge sui settori nord occidentali, tra il pomeriggio e la serata piogge anche a carattere di rovescio soprattutto sui settori occidentali della regione, scarse precipitazioni in Appennino. Neve ben oltre i 2000 metri di quota. Temperature minime senza variazioni di rilievo, massime in calo, venti da deboli a moderati sud occidentali.

Sabato 6 gennaio il centro depressionario dalle Baleari si sposterà prima sul medio Tirreno poi sopra le regioni centrali, ciò determinerà un’estensione delle precipitazioni a gran parte d’Italia con temperature in ulteriore lento calo con neve che scenderà sui 1300 m di quota sull’Appennino settentrionale, ancora a quote medio alte su quello centrale, elevate sull’Appennino meridionale.

Domenica 7 gennaio centro depressionario che stazionerà ancora nei pressi del Lazio richiamando a se ulteriore aria fredda, tra l’altro agevolata nella discesa dal nord Europa verso il Mediterraneo centrale, dall’irrobustimento del promontorio anticiclonico presente sull’Europa occidentale con massimi di pressione sopra l’Inghilterra. Parziale miglioramento sul nord Italia, ancora molte nubi con precipitazioni frequenti al centro sud, quota neve in calo sull’Appennino centrale, probabilmente nel pomeriggio intorno ai 1400 m sui settori umbro marchigiani, un po' più in alto sui settori abruzzesi e laziali. Temperature in calo, specie nei valori massimi.



Sull’Umbria, probabilmente, la giornata di sabato 6 gennaio risulterà la più piovosa, un poù meno precipitazioni domenica 7 gennaio quando avremo anche qualche pausa un po’ più lunga , grazie alle correnti che da sud occidentali tenderanno a divenire orientali. Neve che entro il pomeriggio di domenica 7 gennaio scenderà fin sui 1200 metri di quota sui settori settentrionali dell’Appennino umbro marchigiano, 1500 m sui Sibillini.

Lunedì 8 gennaio il centro depressionario si sposterà un po’ più a sud, tra medio e basso mar Tirreno, al centro nord correnti nord orientali faranno affluire aria più fredda ma anche meno umida ed instabile con estensione del parziale miglioramento atmosferico dalle regioni settentrionali a quelle centrali, al sud ancora molte nubi e precipitazioni frequenti. La neve in Appennino, fin sui 1000/1200 metri di quota, è attesa soprattutto in prima mattinata, poi condizioni atmosferiche in parziale miglioramento.

Sull’Umbria lunedì 8 gennaio ancora molte nubi e qualche precipitazione al primo mattino poi compariranno le prime schiarite, soprattutto nel pomeriggio, venti moderati nord orientali, temperature in calo.

Tra martedì 9 e mercoledì 10 gennaio infine, dopo il temporaneo, parziale miglioramento di lunedì 8, sembra poter sopraggiungere sul medio mar Tirreno un impulso di aria fredda dalla Francia che favorirà la formazione di un centro depressionario nei pressi della Toscana. Ciò porterà nuove precipitazioni su molte zone del centro sud Italia e grazie all’aria fredda presente potranno risultare nevose fino a quote basse.



Se le carte meteo attuali dovessero essere confermate, almeno nell’impostazione generale, sull’Umbria le nuove precipitazioni dovrebbero iniziare durante la prima mattinata di martedì m9 gennaio e proseguire fino alle primissime ore di mercoledì 10 gennaio. Sulla base dei dati attuali possiamo ipotizzare una quota neve, di partenza, intorno ai 300-500 m sul nord Umbria, 500-700 centro regione e 700-1000 nel sud, forse un po’ meno sui Sibillini, poi però bisognerà valutare la variabile raffreddamento notturno. Nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 gennaio infatti, sembra siano possibili dei rasserenamenti con ventilazione scarsa od assente, quindi condizioni favorevoli ad un buon raffreddamento dell’intera colonna d’aria. Nel caso quindi il raffreddamento risulterà consistente, la mattina di martedì 9 gennaio potremo assistere a nevicate anche 200-400 m più in basso di quanto indicato nelle quote stabilite pocanzi.






Comunque sia sarà una situazione da seguire attentamente con previsioni che andranno inevitabilmente aggiornate nei prossimi giorni data la complessità dell’evoluzione atmosferica e le numerose variabili in gioco.





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