Quando un sistema
depressionario abbastanza intenso giunge sull’Italia proveniente dal nord
Africa, in particolar modo da Marocco, Algeria e Tunisia, i meteorologi
italiani hanno sempre notevoli difficoltà ad inquadrare con largo anticipo
l’evoluzione atmosferica ed in particolare i quantitativi di precipitazioni, la
loro localizzazione e le temperature attese, ciò poi si complica se al contempo
mezza nostra penisola è alle prese con
un afflusso di aria fredda artica, quindi masse d’aria fredda che spingono da
nord verso sud ed aria calda che a sua volta risale da sud, in alcuni casi
scalzando l’aria fredda con venti al suolo mentre in altri impennandosi e
salendo di quota, in entrambi casi gli effetti in termini di precipitazioni e
temperature sono anche molto differenti, specie se poi questi effetti insistono
su un territorio orograficamente complesso come quello italiano. Questa
difficoltà è essenzialmente dovuta al semplice fatto che i modelli processano meno
dati o dati incompleti. purtroppo nei paesi del nord Africa precedentemente
menzionati ci sono poche stazioni meteorologiche ed in generale minori fonti di
dati rispetto ai paesi europei, quindi è normale che i modelli “fatichino”, ed
ancor più i meteorologi che fin quando non sanno dove transiterà un determinato
minimo depressionario non possono elaborare una previsione che si basa sull’incidenza
delle correnti in una determinata area geografica con la relativa orografia che
ne determina i microclimi. Questa premessa è necessaria per far capire come in
alcuni casi, come quello attuale, non possiamo arrivare ai massimi livelli di
precisione con largo anticipo, poi ora che la perturbazione è entrata nell’area
di monitoraggio più diretta da parte della rete italiana possiamo aumentare il
livello di accuratezza delle previsioni per le prossime ore.Attualmente, come spiegato nei
precedenti articoli, l’Italia è terreno d’incontro/scontro tra due masse d’aria
d’origine e consistenza differenti, aria calda ed umida afro mediterranea che
accompagna un minimo depressionario in risalita da Gibilterra ed aria fredda di
origine artica spinta verso la nostra penisola da una circolazione
anticiclonica sull’Europa centro orientale. L’Umbria si trova sulla linea di
confine tra queste due masse d’aria differenti. Inizialmente, quando il flusso
d’aria calda era ancora piuttosto debole, per la lontananza del centro
depressionario dall’Italia, l’aria fredda preesistente ha resistito abbastanza
bene, quindi anche in Umbria abbiamo avuto nevicate fino a quote basse, poi,
nelle ultime ore, l’aria calda ha preso il sopravvento e la quota neve è
aumentata a partire dal sud dell’Umbria dove nevica generalmente sopra gli
800/1000 metri di quota (A Castelluccio di Norcia temperatura di 0°C), solo
sull’estremo nord dell’Umbria dove i venti nord orientali fanno affluire un po’
d’aria fredda dal catino padano, i fiocchi di neve scendono ancora fin sui
400/500 metri di quota.
Nelle prossime ore il minimo
depressionario a livello del mare transiterà sul medio basso mar Tirreno per
poi spostarsi sulla Puglia mentre il centro depressionario in quota si sposterà
sulla Toscana ed attraverserà le regioni centrali fino a posizionarsi sopra le
basse Marche domattina lunedì 11 gennaio. Sull’Umbria quindi, dalle prossime
ore pomeridiane, è atteso un maggior afflusso dell’aria fredda che tornerà a
prevalere sull’aria calda, questo contrasto porterà anche ad un temporaneo
aumento delle precipitazioni soprattutto sui settori centro meridionali della
regione. Stasera poi, con l’ulteriore afflusso di aria più fredda ma anche più
asciutta, le precipitazioni tenderanno a
diminuire a partire dall’Umbria occidentale, le aree appenniniche invece
potranno ancora beneficiare di un debole/moderato effetto stau grazie all’umidificazione
delle correnti fredde nord orientali da parte della superficie marina
adriatica. Durante la prossima notte e domattina lunedì 11 gennaio le
precipitazioni diverranno prima sparse, poi locali, isolate in tarda mattinata
e domani pomeriggio cesseranno del tutto in concomitanza con la fase più intensa
dell’afflusso di aria fredda. Mediamente tra stamattina e domattina le
temperature scenderanno di circa 5°C in Umbria, in qualche caso 4°C, in altri
6°C, poi dipenderà dalle zone. La neve debole o moderata, nel pomeriggio
odierno scenderà fin sui 300/500 metri di quota sul perugino settentrionale,
eugubino gualdese e tutto il nord dell’Umbria, mentre a sud del perugino fino
all’orvietano e lo spoletino staremo tra i 500/700 m di quota, naturalmente
quote di 500 metri più probabili nei settori appenninici, sul sud dell’Umbria
700/900 metri di quota, sull’Umbria centro meridionale le precipitazioni
potranno risultare a tratti anche intense quindi non è da escludere che qualche
fiocco tra la pioggia possa scendere anche 100/150 metri più in basso ma
cambierà poco nella sostanza. In serata quota neve in ulteriore generale calo,
un 200 metri in meno da nord a sud ma le precipitazioni tenderanno a diminuire
come abbiamo già detto, una rapida imbiancata sarà possibile in alcuni dei
principali centri cittadini dell’Umbria centro settentrionale, a partire da Gualdo tadino, Gubbio e dal
centro storico di Perugia.
Durante la notte e domattina ulteriore calo termico
e della quota neve ma le precipitazioni diverranno molto più localizzate ed
occasionali, tenderanno poi a concentrarsi in Appennino. Dal pomeriggio di
domani lunedì 11 gennaio ampi rasserenamenti con attenuazione del vento dalla
serata, attese gelate anche intense per le prime ore mattutine di martedì 12
gennaio.
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