Debole perturbazione con scarse piogge nel fine settimana poi alta pressione, temperature sopra media in collina e montagna
Nei nostri ultimi aggiornamenti abbiamo descritto come l'inverno, a partire dall'ultima decade di gennaio, abbia intrapreso una strada caratterizzata dalla prevalente presenta dell'alta pressione con scarsità di piogge ed assenza di significative irruzioni di aria fredda. Ciò è dovuto ad un intenso raffreddamento del Vortice Polare Stratosferico (VPS) con freddo e vorticità in aumento e trasferimento al Vortice Polare Troposferico (VPT). Quest'ultimo, che è poi quello che più direttamente regola la circolazione atmosferica sul nostro emisfero e quindi anche sull'Italia, tende a ridurre notevolmente le ondulazioni (quindi resta piuttosto raccolto come mostra l'immagine sulla verticale polare qui di seguito) e quindi gli scambi termici tra latitudini polari e medie latitudini. I vortici depressionari, anche molto intensi, interessanto le latitudini settentrionali, con tempeste di vento e spesso neve sul nord Europa, mentre a latitudini euro mediterranee prevalgono gli anticicloni, con assenza di precipitazioni. Naturalmente questo schema barico è più evidente in alcune aree e meno in altre, determinante resta l'orografia, oceani, continenti, catene montuose etc.
Osserviamo infatti come l'area depressionaria semipermanete nord atlantica, con corrente a getto in uscita dal Canada, viente intensificata mantenendo il treno delle perturbazioni nord atlantiche ad alte latitudini, specie tra Islanda e Scandinavia, mentre più a sud l'anticiclone atlantico domina sul medio oceano Atlantico fin sui settori euro mediterranei centro occidentali, Italia compresa. Abbiamo avuto fasi simili in passato? Naturalmente si, durante l'inverno 1988/1989 ed in particolare il gennaio 1989 è andata anche peggio (, vortice polare ancor più raccolto, come si può intuire dall'immagine qui di seguito), ma le variabili climatiche erano più favorevoli a questa tipologia di circolazione, quest'anno invece no, anzi, ad inizio stagione ci si aspettava un inverno più movimentato, se non freddo almeno una "normalità" tendente al freddo, con più di un'occasione per significative irruzioni di aria fredda sull'Italia.
Sull'est Europa ed in particolare sui settori euro mediterranei orientali è andata diversamente, almeno finora, freddo e neve non sono mancati, anzi, la scorsa settimana abbiamo avuto nevicate record ad Atene ed in Turchia, imbiancato anche il Medio Oriente da Gerusalemme ad Amman, il tutto dovuto inizialmente a discese meridiane di aria fredda provenienti dalla Russia nord occidentale poi ad una circolazione depressionaria secondaria che ha convogliato aria gelida, in retrogressione da est verso ovest, dalle steppe russe fin sul mar Nero ed il mar Mediterrano orientale ed i Balcani (valori intorno -30°C registrati in Macedonia), interessando marginalmente anche Libia Cirenaica, Israele, Siria e Giordania. E' facile intuire come, con l'anticiclone atlantico in rafforzamento sopra l'Europa ed il Mediterraneo centro occidentalei i settori orientali del nostro continente fino alla Russia, restino sul fianco dell'anticiclone con correnti settentrionali. Poi naturalmente quando la cupola anticiclonica tende ad alzarsi un po' di latitudine, a causa di una qualunque minima ondulazione della corrente a getto nord atlantica, sul Mediterraneo orientale le correnti ruotano passando da settentrionali a nord orientali, provenienti quindi direttamente dalle steppe russe. Ancora più in generale comunque, indipendentemente da dove è stato più o meno freddo durante questo inverno, ora si cercherà di capire perchè tutta una serie di importanti variabili climatiche siano state messe così chiaramente in secondo piano, ci sono già alcune teorie che tirano in ballo direttamente il surriscaldamento globale e l'aumento di alcuni gas serra, la loro influenza sulle condizioni termiche e quindi sulle dinamiche della colonna del Vortice Polare, ma magari ne parleremo in futuro.
Descritti sommariamente i motivi "diretti" dell'attuale situazione, ora passiamo all'evoluzione atmosferica attesa nei prossimi giorni sull'Italia e più in specifico sull'Umbria. Oggi, chiaramente, ancora alta pressione con correnti settentrionali, asciutte, in progressiva attenuazione. Sull'Umbria dopo le estese gelate mattutine avremo un gran sole anche nel pomeriggio con venti di tramontana che tenderanno a cessare e temperature massime in aumento. Dalle prossime ore notturne poi, con l'avvicinamento alle Alpi di una perturbazione nord atlantica proveniente dall'Inghilterra, le correnti sull'Italia si orienteranno dai quadranti occidentali ad iniziare dal nord e centro tirrenico. Sull'Umbria aumenterà l'umidità, si formeranno nebbie e banchi di nubi basse avanzeranno dalla Toscana. La giornata di giovedì 3 febbraio sulla nostra regione sarà caratterizzata dalla presenza di nebbie e gelate al mattino, mentre nel pomeriggio nubi in aumento per l'intensificazione delle correnti e dei venti umidi da sud ovest. Temperature minime in lieve aumento, massime senza variazioni di rilievo. Tra venerdì 4 e sabato 5 febbraio la debole perturbazione transiterà sull'Italia, sull'Umbria avremo ancora molte nubi ma scarse piogge, al massimo qualche pioviggineo locale piovasco. Schiaritre dal pomeriggio di sabato 5 febbraio quando, passata la perturbazione, i venti sud occidentali verranno sostituiti da venti nord orientali, un po' di tramontana quindi.
Da domenica 6 febbraio poi salirà in cattedra l'anticiclone, entro martedì sarà centrata sopra l'Italia con valori di pressione compresi tra i 1030 ed i 1035 mb. Sull'Umbria s'inizierà con il sole, qualche gelata mattutina, quindi temperature minime in calo, massime in aumento con valori sopra media, poi però, con l'assenza di ventilazione o comunqu con deboli venti sud occidentali, torneranno a formarsi le nebbie che potrebbero divenire nche persistenti nei fondovalle a metà della prossima settimana.
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