Primo tentativo di sblocco circolatorio dopo l’Epifania. Prospettive invernali ancora abbastanza ampie ma evoluzione piuttosto lenta e complicata.

Vacanze Natalizie molto miti, per non dire calde, proprio in corrispondenza del giorno di Natale e del Capodanno, con una nottata di San Silvestro degna di inizio autunno più che di fine anno, poi da Capodanno 2023, anche il vento da sud ovest che soprattutto tra Santo Stefano e venerdì 30 dicembre aveva garantito una totale assenza di nebbie, è andato placandosi del tutto riportando sui fondovalle umbri, specie del centro nord della regione, nebbie fitte ed insistenti, negando i raggi del sole fino alle media ed alta collina. Purtroppo l’anticiclone d’inverno, specie se afro mediterraneo con radice subtropicale e debolissime correnti miti ed umide sud occidentali, produce queste condizioni atmosferiche su molte zone d’Italia, soprattutto nelle valli e nelle pianure interne ma spesso anche lungo le coste, basta guardare il satellite al visibile in queste ore, nonostante siano quelle centrali del giorno del 2 gennaio, dal Gargano settentrionale come pure dal basso Lazio verso nord, un tappeto di banchi di nubi basse e nebbie, si salvano solo i crinali appenninici ed il sud Italia dove splende un tiepidissimo sole.

Come spiegato nel precedente articolo, ciò è dovuto ad una serie di motivi, senza scendere troppo sul tecnico, abbiamo un Vortice Polare Troposferico (VPT) piuttosto raccolto, senza significative ondulazione della corrente a getto e senza consistenti scambi di masse d’aria tra alte e medie altitudini. Quindi mentre alle alte latitudini, e ci riferiamo soprattutto a Groenlandia, Islanda, Inghilterra, scandinavia e Russia, si susseguono le perturbazioni legate al Fronte Polare, più a sud, alle medie latitudini ed ancor più sull’area mediterranea, è l’anticiclone, disposto lungo i paralleli, a farla da padrone.




Tra il giorno di Natale ed il 28 dicembre poi, si è aggiunto il paventato ESE cold, di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, ad “incancrenire” la situazione, un’eccezionale raffreddamento del Vortice Polare Stratosferioco (VPS) che è andato acquistando velocità di rotazione, anch’esso raccogliendosi su se stesso come una trottola, con vorticità che cerca di trasferirsi ai piani atmosferici inferiori, quindi al VPT. Se questo trasferimento avvenisse in maniera totale, secondo regola, avremmo un condizionamento del VPT per almeno 40/45 giorni, quindi 45 giorni di clima come quello attuale o poco differente a partire dal 27/28 dicembre 2022, quindi fin verso metà febbraio, fortunatamente però, per una serie di motivi, o per meglio dire impedimenti “fisici” più o meno all’altezza della tropopausa, questo condizionamento, questo trasferimento di vorticità tra l’alto ed il bassa, sarà piuttosto zoppicante fino ad interrompersi del tutto dopo l’Epifania. Questi impedimenti “fisici”, spesso possono portare anche ad un evento contrario. Per fare un esempio, semplificando per far capire più possibile, un po’ come se ad un ciclista, nel momento dell’accelerazione, tentassimo d’infilare un bastone nei raggi della ruota, con i tentativi subirebbe come minimo un disturbo ed un rallentamento (ESE warm, un riscaldamento piuttosto intenso in stratosfera), mentre addirittura, nel caso si riuscisse ad infilare il bastone la ruota potrebbe quasi bloccarsi o comunque rompersi (questo è il caso di un MMW, Major Midwinter Warming, un improvviso e violento riscaldamento in stratosfera che può addirittura arrivare a destrutturare, dividere in più parti, il VPS), quest’ultima eventualità non è da prendere in considerazione almeno fino a verso la terza decade di gennaio. Per questi motivi, dalla prossima settimana, inizieremo ad osservare un Vortice Polare Troposferico che tenderà a rallentare un po’, verrà un po’ “disturbato” da intrusioni di aria calda che partiranno dal basso fino a raggiungere il Vortice Polare Stratosferico. Queste prime lievi ondulazioni riusciranno comunque a permettere l’arrivo di deboli/moderate perturbazioni nord atlantiche sull’Italia, la prima tra l’8 ed il 9 gennaio. Non solo, più a nord est, sull’Europa nord orientale, un’ondulazione più significativa, permetterà, molto probabilmente, la discesa sulla Russia, di una gran massa di aria fredda artica siberiana con successiva formazione di un anticiclone probabilmente termico, un gran serbatoio di aria fredda che rappresenterà un significativo “colpo in canna” dell’inverno nel caso si creino le condizioni per una retrogressione, un moto antizonale classico della fase invernale tra gennaio e febbraio, ma di questa possibilità ne torneremo a parlare più avanti quando avremo maggiori elementi a favore in mano.





Tornando al più breve termine e soprattutto nello specifico per l’Umbria, possiamo dire che oggi martedì 3, domani mercoledì 4 e giovedì 5 gennaio avremo ancora una circolazione atmosferica sostanzialmente anticiclonica con deboli correnti miti ed umide meridionali, ciò, per la nostra regione, significherà ancora nuvolaglia, spesso in banchi, e nebbie, possibile qualche isolata, breve pioviggini soprattutto nel nord dell’Umbria a causa di qualche addensamento sui rilievi montuosi, temperature senza variazioni di rilievo.



Tra venerdì 6 e sabato 7 gennaio correnti sud occidentali prefrontali in intensificazione per l’avvicinamento all’Italia di una perturbazione nord atlantica. Inizialmente, venerdì 6 gennaio, la nuvolosità sarà abbastanza irregolare, lascerà filtrare anche un po’ di sole, mentre sabato 7 gennaio è prevista un’intensificazione della nuvolosità con qualche addensamento a ridosso dei rilievi montuosi in grado di produrre locali, brevi piovaschi o pioviggini, temperature senza variazioni di rilievo, venti da deboli a moderati sud occidentali. Domenica 8 gennaio probabilmente arriveranno piogge un po’ più consistenti, anche se non abbondanti, soprattutto dal pomeriggio/sera, le precipitazioni continueranno a fasi alterne fino a lunedì 9 gennaio per poi migliorare anche se una certa debole instabilità atmosferica persisterà anche martedì 10 gennaio specie nel sud dell’Umbria.





In questa fase caleranno anche un po’ le temperature, tornando su valori poco superiori alle medie del periodo, la neve in Appennino comunque cadrà ancora a quote medio alte, solo temporaneamente intorno ai 1300/1500 metri. La seconda parte della prossima settimana poi, probabilmente avremo una fase con correnti in prevalenza nord occidentali, veloci impulsi perturbati potrebbero portare qualche altra precipitazione ma ancora nulla di abbondante, le temperature ancora non scenderanno in maniera decisa, per un po’ di freddo sull’Umbria probabilmente dovremo attendere la seconda metà di gennaio.



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