Eccezionale ondata di caldo sull’Italia, record a rischio in molte aree del centro sud


Dopo oltre un quarto di secolo davanti ai monitor ad osservare le elaborazioni e le proiezioni dei modelli meteorologici, oramai non dovremmo più stupirci ma, oggettivamente, negli ultimi anni, più volte, il clima dell’Italia e dell’area euro mediterranea in generale è riuscito a mostrarci qualcosa mai visto. Partiamo dal fatto che in Italia alcune serie storiche continuative di dati meteorologici superano i 200 anni, le cronache anche di più (i primi strumenti di rilevazione risalgono al ‘600), con le ricostruzioni climatologiche, con varie, sofisticate metodologie, si arriva molto più indietro nel tempo fin quando, entrando in scena la paleoclimatologia, con carotaggi dei ghiacci, studio delle rocce, dei sedimenti, della vegetazione e di tutta una serie di reperti, si possono ricostruire sequenze climatiche risalenti anche ad alcune centinaia di migliaia di anni.

Senza andare troppo indietro nel tempo quindi, quando, riferendosi ai dati attuali, i meteorologi affermano che sono stati raggiunti quantitativi di pioggia record o temperature massime record rispetto agli ultimi 150 o 200 anni, lo fanno a ragion veduta e con dati reali. Stessa cosa quando i climatologi affermano che un riscaldamento dell’atmosfera terreste così rapido non è confrontabili con altre fasi climatiche degli ultimi 12-14.000, ossia da quando siamo usciti dall’ultima glaciazione, e qui ci fermiamo con le considerazioni che potremmo fare.

Questa premessa ci serve per introdurre l’argomento di questo articolo, l’ondata di caldo eccezionale in corso, che raggiungerà i suoi massimi sul centro Italia tra martedì 18 e mercoledì 19 luglio e che potrebbe non esaurirsi prima di martedì 25 luglio. Utilizziamo il termine “eccezionale” perché un evento meteorologico del genere è una eccezione, poi, appena sarà passata ed avremo dati reali, potremo anche utilizzare parole come “record” nel caso in cui, come mostrano le attuali proiezioni, in alcune aree del centro sud verranno battuti record di temperature massime degli ultimi 100 o 150 anni, che poi, in alcuni casi, sono stati registrati solo 6 anni fa, tanto per sottolineare la notevole rapidità del riscaldamento globale, specie in alcune aree come il Mediterraneo.

Le dinamiche sono più o meno sempre le stesse, da noi descritte più volte, ossia il rallentamento della corrente a getto in uscita da Terranova e quindi la formazione di un’ampia ondulazione che favorisce il posizionamento di una circolazione depressionaria nord atlantica nei pressi dell’Inghilterra. Quest’area di bassa pressione inglese convoglia aria fresca nord atlantica dal mar del Nord o mar di Norvegia, verso le coste di Portogallo e Marocco (in questo caso quindi con direttrice nord/nord est), di risposta si attiva un flusso di correnti sud occidentali che trasportano aria molto calda, essendo nella seconda metà di luglio potremmo dire la più calda possibile, dall’entroterra algerino verso Sardegna, Sicilia e penisola italiana gonfiando un anticiclone afro mediterraneo che copre un po’ tutto il bacino centro occidentale del mar Mediterraneo fino alla Grecia.



Su questa dinamica ed in particolare su questa ondata di caldo si possono fare alcune considerazioni che, almeno in gran parte, ne spiegano la notevole intensità. Innanzitutto la facilità con cui queste ondate di caldo molto intenso si generano negli ultimi anni, probabilmente a causa di un flusso perturbato nord atlantico a latitudini sempre più settentrionali modulato da una corrente a getto che rallenta in maniera notevole. Tutto questo poi s’inserisce in un trend conclamato di riscaldamento globale, in particolare sul nostro emisfero, caldo amplificato nelle ultime settimana dall’inizio di una fase di Niño (ENSO+) dopo quasi tre anni di Niña (ENSO-), della quale sorprende la rapida entrata in fase (per farla breve tralasciamo il discorso dell’influenza sull’ITCZ, InterTropical Convergence Zone). Per ultimo, a ridurre l’effetto mitigante (raffrescante) sulla massa d’aria calda in arrivo, un mar Mediterraneo estremamente caldo, sul basso mar Tirreno le acque superficiali attualmente sfiorano i 30°C, temperature da mar dei Caraibi.





Ieri domenica 16 luglio in Umbria sono stati toccati i 38°C a Terni, 36,5°C a Foligno, 36°C a Perugia S.Egidio e 35°C a Città di Castello, il tutto con temperature a 850 hPa (altezza geopotenziale di circa 1560 m) di 22°C/24°C. Entro mercoledì 19 luglio sono previsti valori di temperatura fino a 5°C più alti, ossia 27°C/29°C a 1560 m di quota, quindi facendo un semplice calcolo matematico possiamo ipotizzare temperature al suolo oltre 40°C in molte aree dell’Umbria, in alcune saremo a ridosso dei record registrati solo 6 anni fa.








Quando finirà questa ondata di caldo? Allora, innanzitutto bisogna dire che dopo i picchi di caldo di domani martedì 18 e mercoledì 19 luglio ci sarà un’attenuazione, non aspettiamoci chissà che cosa ma un 3°C o 4°C in meno sono probabili, un po’ ovunque sull’Umbria, entro venerdì 21 e sabato 22 luglio, mentre dal Lazio in giù non avremo tregue significative. Successivamente, però, è facile che un altro corposo impulso di aria fresca scenda dal Nord Atlantico, stavolta più diretto su Francia e penisola iberica.




Ciò sembra possa far partire una seconda rapida, intensa risalita di aria calda con picco tra lunedì 24 e martedì 25 luglio sull’Umbria, poi dal 26 ed ancor più da mercoledì 27 luglio, l’aria fresca atlantica raggiungerà anche il centro nord Italia, con temporali, tanto che sulla nostra regione le temperature dovrebbero calare sensibilmente riportandosi su valori prossimi alle medie del periodo, mentre al sud è facile che farà ancora molto caldo fino a fine mese.


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