Giugno instabile ma estate a rischio intense ondate di caldo con brevi ma violenti break temporaleschi
Questo
nostro editoriale è stato rimandato per più giorni semplicemente perché abbiamo
preferito concentrarci su articoli descrittivi dell’evoluzione atmosferica
prevista sul breve o medio periodo, con solo qualche sguardo sul lungo. Abbiamo
tralasciato le tendenze pluri settimanali o mensili perchè ci lasciavano spesso
perplessi nei loro probabili risvolti e quindi nelle loro conclusioni. Col
senno di poi forse abbiamo fatto bene, il mese di maggio era atteso piovoso, grazie
ad un tardivo final warming del Vortice Polare, dovevamo avere anticicloni
stazionanti sul nord Europa e perturbazioni atlantiche costrette ad entrare in
maniera perentoria sul bacino centro occidentale del mar Mediterraneo con
prevedibili frequenti fasi piovose sull’Italia. Così non è stato, o almeno non
lo è stato per gran parte d’Italia, in particolare per il centro rimasto con
precipitazioni ben sotto media, solo al nord ovest le piogge sono risultate
sopra media. Gli anticicloni tra isole inglesi e Scandinavia si sono visti, ma spesso
hanno preferito stazionare a latitudini un po’ più settentrionali del previsto,
permettendo si alle perturbazioni atlantiche di giungere sull’Europa
occidentale ma poi anche di sfilare su Alpi ed Europa centrale. Sulle regioni
meridionali italiane abbiamo invece assistito a rimonte anticicloniche
subtropicali afro mediterranee che sono andate ad occupare gli spazi lasciati
liberi dai fronti atlantici, subito dopo metà mese addirittura con un ondata di
caldo record. Sul centro Italia una sorta di limbo barico, ne alta ne bassa
pressione, perturbazioni che sono transitate ma con la loro parte meno attiva e
quindi solo una su cinque è riuscita a scaricare piogge di una certa
consistenza, caldo a tratti ma non troppo come al sud.
Probabilmente
questa tendenza a salire di latitudine degli anticicloni è dovuta in gran parte
ad un anomalo raffreddamento di alcune aree dell’oceano Nord Atlantico, fattore
determinante, questo, che sembra progressivamente rientrare in questi giorni tanto
che, probabilmente ne osserveremo gli effetti nelle prossime settimane, almeno
fin quando avremo ancora il condizionamento del final warming tardivo di fine
aprile/inizio maggio. Questi ultimissimi giorni di maggio con vivace instabilità
atmosferica, probabilmente, si protrarrà, a fasi alterne, anche per le prime
due decadi di giugno. Volendo essere positivi ciò servirà a rimpinguare un po’
il bilancio pluviometrico e quindi il livello delle falde acquifere della
nostra regione, attualmente un po’ basso per la scarsità di precipitazioni. E
con questo piccolo “tesoro idrico” poi affronteremo un’estate che potrebbe
risultare lunga e caratterizzata da intense ondate di caldo, interrotte solo da
brevi ma violenti break temporaleschi. Non una gran novità nell’ultimo
decennio, un po’ di più rispetto all’estate 2019.
Naturalmente
le proiezioni stagionali rappresentano una tendenza generale ed ancora non
hanno un livello di attendibilità sufficientemente elevato a causa
dell’intervento, spesso, di variabili climatiche ancora poco chiare, nulla a
che vedere con le previsioni meteorologiche a 24, 48 o 72 ore, però possono
essere utili se approcciate nella giusta maniera. Basandoci quindi sui
principali indici teleconnettivi, abbiamo solar
flux basso (prodotto di un recente minimo dell’attività solare), PDO negativa (oscillazione
pluridecennale delle temperature superficiali dell'oceano Pacifico settentrionale
che riesce a modulare le onde atmosferiche planetarie), QBO negativa
(semplificando, flusso correnti stratosferiche in senso “inverso”, da est verso
ovest) ed una nascitura ENSO negativa (Nina, fase contraria al Nino,
oscillazione delle temperature marine del basso oceano Pacifico), possiamo
attualmente ipotizzare uno schema estivo prevalente che vedrà masse d’aria
fresca in discesa dall’oceano Artico Nord Atlantico fin sull’Irlanda e sul
tratto di oceano davanti alle coste di Galizia e Portogallo, ciò innescherà
sostanziose risposte di aria calda nord africana verso il bacino centro
occidentale del mar Mediterraneo in risalita anche oltre l’arco Alpino fin nel
cuore dell’Europa (Fig.1). Sull’Italia quindi saranno probabili intense ondate
di caldo, tra luglio ed agosto, intervallate solo da brevi fasi temporalesche,
prodotte da temporanei allentamenti dello schema sopra descritto con aria
fresca che riuscirà a raggiungere l’Italia in alcuni casi attraverso la Francia
(Fig.2), in altri attraverso l’Europa orientale (fig.3). Quest’aria fresca
troverà aria molto calda ed umida sull’Italia favorendo la formazione di
temporali anche di forte intensità, più frequenti al nord e Toscana con aria
fresca proveniente dal Nord atlantico, più frequenti su sud Italia ed Adriatico
con aria fresca dall’est Europa.
Questo
schema si realizzerà in maniera progressiva, ossia tra fine maggio e la
settimana appena iniziata le discese meridiane di aria fredda avranno ancora un
asse “orientaleggiante”, ossia dalla Lapponia verso i Balcani e poi l’Italia.
Pian piano quest’asse si sposterà verso ovest, quindi soprattutto tra il 7 ed
il 20 giugno si posizionerà poco ad ovest dell’Italia,
Norvegia-Francia-Baleari, poi Mar del Nord-Inghilterra-Spagna ed entro fine
mese Islanda-Irlanda-oceano Atlantico davanti alle coste della penisola Iberica.
Concludendo,
vedremo se queste proiezioni verranno confermate, sperando, se non altro, che
alla fine il caldo sia meno intenso di quanto da noi descritto in questo
editoriale.
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