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Vortice Polare indebolito, le masse d’aria fredda scendono dalle aree a ridosso del Polo Nord fino alle medie latitudini

Stagione invernale 2023/24 che parte sotto tutt’altre prospettive rispetto agli ultimi anni in cui a dominare la scena è sempre stato un Vortice Polare piuttosto vigoroso e poco disturbato dagl’impulsi di aria più calda che potevano destabilizzarne la struttura dalla stratosfera alla troposfera. Un Vortice Polare Robusto, come più volte spiegato, “gira a mille” e come una trottola ha una struttura abbastanza raccolta limitando quindi le oscillazioni, nel nostro caso quindi le ondulazioni che permettono i corposi scambi di masse d’aria tra le latitudini settentrionali e meridionali, ed ancor più la discesa di aria fredda da latitudini polari verso le medie latitudini. Quest’anno il Vortice Polare già a novembre non dava l’impressione di essere pimpante come lo scorso anno, ma soprattutto faticava a mantenersi sopra il polo geografico sbilanciandosi verso i settori euro asiatici. Ciò ha prodotto le prime serie discese di aria fredda con nevicate e copertura nevosa sopra le medie sia sul

Ultimi 4 giorni di agosto con piogge, temporali e temperature massime sotto le medie del periodo

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Nel precedente articolo avevamo confermato come questo fine agosto 2023 ci riserverà una fase instabile, perturbata e fresca che potremmo catalogare come la classica burrasca di fine estate, ossia quella perturbazione un po’ più intensa che pone fine alle più o meno lunghe ondate di caldo di tipo estivo, quindi con temperature sopra 35°C in molti centri urbani umbri. Con questo articolo invece, oltre a definire questa fase perturbata come una delle più intense dell’anno in corso, come ce ne sono poche anche nei periodi dell’anno più piovosi, scenderemo ancor più sul dettaglio inquadrando prima la struttura generale poi gli effetti e quindi la fenomenologia atmosferica soprattutto sulla nostra regione Oggi domenica 27 agosto sarà una giornata abbastanza pesante, in termini di precipitazioni, al nord ovest e soprattutto su Alpi e Prealpi centro occidentali, mentre per il centro Italia ed anche per l’Umbria sarà una giornata di attesa, ancora caratterizzata da molto sole e caldo sopra le

Fine del caldo intenso, in arrivo temporali anche forti e calo termico di oltre 10°C

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Tre o quattro giorni di fresco ad inizio agosto avevano illuso molti sulla fine delle intense ondate di caldo sull’Italia, purtroppo però il sole nei primi giorni di agosto è ancora alto ed il bacino del mar Mediterraneo troppo caldo per un cambio di circolazione e di clima così rapido ed anticipato, specie se facciamo riferimento al trend degli ultimi 30-40 anni che vede la cosiddetta burrasca di fine estate spostata sempre più verso settembre. In questi giorni le temperature massime sull’Umbria non hanno raggiunto e non raggiungeranno i valori di fine luglio per una serie di motivi, il più importante è che il nocciolo della massa d’aria calda ha colpito il sud est della Francia e le Alpi centro occidentali, ma questa ondata di caldo si può catalogare come la seconda più intensa dell’estate ed in termini assoluti poco distante dalla prima. Infatti, nonostante alle quote medio alte le temperature sulla nostra regione sono nettamente più basse che a fine luglio, ad innalzare le tempera

Eccezionale ondata di caldo sull’Italia, record a rischio in molte aree del centro sud

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Dopo oltre un quarto di secolo davanti ai monitor ad osservare le elaborazioni e le proiezioni dei modelli meteorologici, oramai non dovremmo più stupirci ma, oggettivamente, negli ultimi anni, più volte, il clima dell’Italia e dell’area euro mediterranea in generale è riuscito a mostrarci qualcosa mai visto. Partiamo dal fatto che in Italia alcune serie storiche continuative di dati meteorologici superano i 200 anni, le cronache anche di più (i primi strumenti di rilevazione risalgono al ‘600), con le ricostruzioni climatologiche, con varie, sofisticate metodologie, si arriva molto più indietro nel tempo fin quando, entrando in scena la paleoclimatologia, con carotaggi dei ghiacci, studio delle rocce, dei sedimenti, della vegetazione e di tutta una serie di reperti, si possono ricostruire sequenze climatiche risalenti anche ad alcune centinaia di migliaia di anni. Senza andare troppo indietro nel tempo quindi, quando, riferendosi ai dati attuali, i meteorologi affermano che sono stat